Primo Classificato: Elena Chernyshova rappresentata dalla galleria c|e contemporary di Christine Enrile di Milano, con il progetto “Days of Night – Nights of Day” un progetto realizzato tra il 2012-2013.
Il Premio nasce per valorizzare la fotografia di architettura per la sua capacità di far scoprire al pubblico lo spazio, le atmosfere, i paesaggi e le continue trasformazioni che si vivono quotidianamente. L’intenzione degli Organizzatori è da una parte quella di far comprendere la complessità che esiste per i fotografi che lavorano sulle immagini di architettura, dall’altra quella di promuovere progetti originali, sia dal punto di vista estetico che di ricerca. Abilità in chiave di ricerca e contemporaneità nel saper cogliere la vita, l’essenza delle architetture attraverso la loro forma, lo spazio e la luce che li rappresenta.
La Giuria del Premio è composta da:
Angelo Maggi, Professore univeristario all’Università Iuav di Venezia
Damien Bachelot, collezionista e promotore della mostra “L’homme et la ville”
Elena Franco, architetto fotografa
Fabio Castelli, direttore di MIA Fair
Francesca Taroni, direttore della rivista Living, Corriere della Sera
Tiziana Bonomo, direttore ArtPhotò
PRIMO CLASSIFICATO ELENA CHERNYSHOVA
MOTIVAZIONI GIURIA
La Giuria ha deciso di assegnare all’unanimità la seconda edizione del Premio G*AA – MIA Fair / Fotografia di Architettura al lavoro dell’artista russa Elena Chernyshova, dal titolo “Days of Night – Nights of Day” un progetto realizzato tra il 2012-2013 di documentazione urbana, sociale ed architettonica sulla città russa di Norilsk, una delle dieci città più inquinante al mondo, rappresentata in concorso dal dittico New Level / Medvejiy Ruchey(2012) con la seguente motivazione:
“Per aver saputo valorizzare la fotografia di architettura attraverso un progetto di ricerca su un luogo geografico, che coniuga un approccio documentaristico con un’indagine sociale e sul contesto architettonico, derivandone una narrazione originale in cui l’essenza dei luoghi, la loro forma e la luce si riflette sugli abitanti di questo territorio. Elena Chernyshova è riuscita a far intravedere e comprendere il mutare del contesto sociale, architettonico e paesaggistico, attraverso un racconto fotografico delle continue trasformazioni socio-ambientali che si sono susseguite a Norsilk, città russa a 400 km dal circolo polare artico. Elena Chernyshova, influenzata dai suoi studi di architettura, porta l’attenzione del pubblico sullo sviluppo urbano di questa città, mettendo in luce l’impianto architettonico di stampo sovietico che ha un ruolo decisamente centrale in questi scatti. La città e le sue industrie metallurgiche e minerarie vennero, infatti, costruite nel 1936 dai prigionieri del Gulag e la chiusura del campo correttivo prima e poi i successivi interventi governativi, volti ad incentivare i lavoratori al trasferimento in quella zona, hanno inciso sull’evoluzione e sullo stile delle costruzioni e del paesaggio. Nella serie fotografica realizzata dall’artista si alternano da una parte scatti di scheletri di edifici ormai abbandonati e abitati unicamente dalla neve e dal gelo – in cui lo stile architettonico è il riflesso della dittatura di un tempo – e dall’altra a fotografie in cui vengono rappresentate le abitazioni in cui vive oggi la popolazione. La ricerca di Elena Chernyshova è caratterizzata dall’analisi delle condizioni di vita dell’essere umano e della sua capacità di adattarsi a particolari ed estreme condizioni ambientali, politiche ed economiche. Ne deriva, così, un progetto con un taglio documentaristico innovativo, in cui le immagini risultano a volte crude e prive di filtri, altre volte quasi poetiche come a voler smussare la cruda realtà vissuta dagli abitanti di questo territorio”.
BIOGRAFIA
ELENA CHERNYSHOVA
Mosca, 1981
Fotografa documentarista, Elena Chernyshova ha sviluppato la passione per questo linguaggio visivo durante i suoi studi presso l’Accademia di architettura. Dopo due anni di lavoro come architetto, ha lasciato il lavoro ed ha intrapreso un viaggio in bicicletta da Tolosa a Vladivostok e ritorno: 30.000 chilometri, 26 paesi, 1.004 giorni di esperienze culturali,umane e stimolanti. Questo viaggio l’ha portata a decidere di diventare fotografa.
Tra le mostre si ricordano le personali nel 2019 presso c|econtemporary, Milano e nel 2017 presso Interval gallery di Parigi e nel 2016 presso la Half King Gallery a New-York. Tra le recenti mostre collettive nel 2017 ha esposto in Russia presso il Museum center of Krasnoyarsk per Krasnoyarsk Art Biennale e al Brussels Street Photography Festival, nel 2016 in Turchia presso il Bursa Photo Fest, Bursa, al Festival della Fotografia Etica di Lodi, in Francia presso il Festival Normandie Impressioniste di Varengeville-sur-Me e all’ International WomenPhotographer Festival di Saint Gilles Croix de Vie, in Germania al Lumix Festival for Young Photojournalism di Hannover e al Copenhagen Photo Festival.